8 marzo, una data per tutto l'anno
L'8 marzo BIBI BOOK lascia un segno con IL SEGNO DI NORA di Costanza Ghezzi, editor e titolare di Thalia.

L'8 marzo BIBI BOOK lascia un segno con IL SEGNO DI NORA di Costanza Ghezzi, editor e titolare di Thalia.
È particolarmente difficile quest’anno festeggiare quella che è una delle ricorrenze più cariche di significato: la festa della donna, di tutte le donne del Mondo. La Pandemia da Covid-19 ha fatto aumentare in maniera esponenziale i casi di violenza sulle donne; i carnefici sono, come sempre, coloro che avrebbero dovuto amarle e tutelarle. Sono i coniugi, fidanzati, partner. Oppure ex che non si rassegnano, sono i padri padroni. È proprio in concomitanza con questa festa che si amplifica come un boomerang l’eco di nuovi casi di violenza ma anche una retorica buonista fatta di commiserazione e pietà. Tutto ciò di cui non ha bisogno la donna. Bibi Book prende le distanze da questa retorica carica di demagogia e lo fa con un testo che oggi dedichiamo alle donne, in uscita il 25 marzo in tutte le librerie e in tutti gli store on line: IL SEGNO DI NORA di Costanza Ghezzi. Questo racconto lungo di una talentuosa editor, titolare dell’Agenzia letteraria Thalia, non s’incunea nei meandri di quella distruttiva e pietosa letteratura che tratteggia la donna come vittima disgraziata di una violenza spesso omicida. Si colloca ben oltre: Nora non è vittima, ma preda di un narcisista violento che la disintegra in mille pezzi senza poi avere la voglia di ricomporla; è preda della paura e dell’ansia, dell’incapacità di puntare tutto su se stessa, certa di vincere. Nora non è la donna che l’8 marzo si è soliti festeggiare. Non induce pietà, non sollecita protezione. Nora è una donna che sa scegliere, anche nei momenti più difficili, quelli che impongono una rivoluzione per potersi salvare. Ogni donna ha un “segno”, ogni donna prima o poi inciampa in un timbro di voce troppo alto, in una parola fuori posto all’interno di rapporti sbagliati, morti prima ancora di essere vissuti. E Costanza Ghezzi dà voce a tutte le donne che non l’hanno avuta al momento opportuno, che non hanno pronunciato un salvifico “no”, alle donne che di quel “segno” hanno fatto un’opportunità.