Siamo tutti sherpa

PROFESSIONISTI CON LO ZAINO, I NUOVI SHERPA DEL CENTRO CITTA’ Noi maschi siamo formidabili: dopo una vita di critiche alle donne, per la loro necessità di portarsi dietro una borsa in qualsiasi occasione...

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PROFESSIONISTI CON LO ZAINO, I NUOVI SHERPA DEL CENTRO CITTA’

Noi maschi siamo formidabili: dopo una vita di critiche alle donne, per la loro necessità di portarsi dietro una borsa in qualsiasi occasione, con la capacità di colmarla a dismisura, indipendentemente da foggia e dimensione, scopriamo ora che anche a noi le tasche dei pantaloni non bastano più e dopo tanto cercare, su quale contenitore trasportabile orientiamo la nostra attenzione? Lo zaino!

Già, perché dal pregiudizio non si fugge e quindi il borsello da tramviere fa troppo anni 70 e ci chiederebbero come mai non abbiamo anche il pantalone a zampa, quello piatto e largo indossato a bandoliera è in odore di gay (che non c’è niente di male, ma dà fastidio), il marsupio assimila irrimediabilmente al turista tedesco con sandali e calze, la buona vecchia ventiquattrore fa anziano serioso, la cartella sottobraccio fa geometra in pensione, il trolley portadocumenti è troppo Avvocato Ghedini e dello smanicato multitasche non si può nemmeno parlare, dato che mica giriamo con la canna da pesca.

D’altra parte, la dotazione tipo del moderno maschio in carriera non scherza: sicuramente un cellulare, a volte due e se si può il caricabatterie, che tanto è poco più di un cavo; il tablet, perché i tasti dei telefoni son troppo piccoli e non si riesce a lavorare come Dio comanda; le sigarette per chi ancora sopporta di leggere sul pacchetto che rimarrà impotente; un pacchetto di quelle caramelle al mentolo che ti scartavetrano la gola, ma per ristabilire una possibilità di rapporti umani dopo pranzo sono indispensabili; un deodorante, pur minuscolo, per placare il barrito estivo dell’ascella a metà giornata; le chiavi di casa comprendenti quelle di bici, cantina, garage e solaio; una copia segreta delle chiavi della casa in campagna, che si sa mai possano galantemente servire; le chiavi dell’auto, che tanto non le devi nemmeno estrarre, perché l’auto “le sente” a distanza; l’agenda, perché puoi avere tutti gli smartphone di ultima generazione che ti pare, ma la carta è meglio; gli occhiali; gli occhiali da sole, che se guidi con la luce negli occhi (in realtà, servono a guardare nelle scollature quando si va al bar, senza farsi beccare il flagrante); il portamonete, che sono sempre troppe, per sparpagliarle in tasca e il portafogli, ormai monumentale, pieno di biglietti da visita, documenti d’identità, tesserini dei bar con i timbri dei caffè e tessere fedeltà di ogni catena di supermercato, negozi di articoli per animali, outlet di articoli sportivi, barbiere e gelaterie. I più ottimisti aggiungono un profilattico, generalmente tra le pagine dell’agenda, dato che d’estate i mocassini coi fantasmini impediscono di celarlo nella gamba lunga di un calzino e il blister del Viagra, o equivalente da banco, che è sempre meglio averlo e completa la dotazione iniziata con le chiavi della casa di campagna; generalmente dimorano nello zaino fino a superare la data di scadenza, ma l’importante è pensare positivo.

In buona sostanza, dopo anni trascorsi sui libri, con l’obiettivo di non finire a esercitare professioni fisicamente gravose, ci si ritrova abbigliati da ragionieri, a vagare ridicolmente per le vie dello struscio come sherpa affardellati in avvicinamento al campo base dell’Everest, con il particolare non trascurabile che, vivendo laddove il termometro segna trentasei gradi all’ombra e l’umidità è quella di una scodella di brodo la vigilia di Natale, appena la soma viene sfilata dalle spalle con una serie di innaturali contorsioni, la schiena si presenta fradicia tipo esploratore di ritorno dal delta del Mekong, immediatamente preda della lama d’aria di un qualsiasi condizionatore a diciotto gradi, con relativo colpo della strega. Da qui, l’idea di alcuni di aggiungere alla dotazione Voltaren e Muscoril in fiale, che tanto c’è spazio.

Quindi l’idea è: pur dopo averle prese per i fondelli per una vita, proviamo a chiedere scusa e farci spiegare dalle donne cosa ci serve realmente e soprattutto come si fa a far entrare tutto in qualcosa di un po’ più presentabile e che faccia meno bimbo delle medie in gita. Loro lo sanno. Lo sanno sempre.